Cosa direste se un astrologo vi proponesse di curare la vostra hidradenite suppurativa o la vostra gastrite? Oggi, quando cerchiamo informazioni su malattie, allergie o pandemie, ci rivolgiamo a medici, epidemiologi e scienziati. Mezzo secolo fa ci si rivolgeva agli astrologi.
L’esplorazione del ruolo svolto dagli astrologi nelle epidemie del passato ci ricorda che, sebbene l’astrologia sia stata sfatata, è stata parte integrante dello sviluppo della medicina e della sanità pubblica.
L’influenza, scritta nelle stelle
Prima della teoria dei germi, della Rivoluzione Scientifica e poi dell’Illuminismo, era comune per i medici utilizzare le tecniche astrologiche nella loro pratica quotidiana.
Rispetto agli oroscopi semplicistici delle riviste di oggi, l’astrologia moderna era un campo complesso, basato su calcoli astronomici dettagliati. Gli astrologi erano autorità sanitarie rispettate, insegnate nelle migliori università d’Europa e assunte per curare principi e duchi.
L’astrologia forniva ai medici una spiegazione naturalistica dell’insorgere e del decorso delle malattie. Essi ritenevano che i movimenti dei corpi celesti, in relazione tra loro e con i segni dello Zodiaco, governassero gli eventi sulla terra. Gli oroscopi mappavano il cielo, consentendo ai medici di trarre conclusioni sull’insorgenza, la gravità e la durata delle malattie.
L’impatto dell’astrologia sulla storia della medicina è visibile ancora oggi. Il termine «influenza» deriva dall’idea che le malattie respiratorie siano il prodotto dell’influenza degli astri.
Salute pubblica e peste
Gli astrologi erano considerati autorità importanti per la salute delle comunità e degli individui. Offrivano consigli sulla salute pubblica negli almanacchi annuali, che erano una delle pubblicazioni più lette nel mondo premoderno.
Gli almanacchi fornivano ai lettori le tabelle degli eventi astrologici dell’anno successivo, oltre a consigli sull’agricoltura, sugli eventi politici e sul tempo.
Le pubblicazioni erano anche importanti divulgatori di conoscenze mediche. Spiegavano i principi medici di base e suggerivano rimedi. Facevano pronostici sulla salute nazionale, utilizzando l’astrologia per prevedere il probabile arrivo di malattie veneree o di peste.
Queste previsioni sulla salute pubblica si basavano spesso sulla teoria astrologica delle congiunzioni. Secondo questa teoria, quando alcuni pianeti sembrano avvicinarsi nel cielo dalla nostra prospettiva sulla terra, sono destinati a verificarsi grandi eventi socio-culturali.
Quando la peste bubbonica colpì la Francia nel 1348, il re chiese ai medici dell’Università di Parigi di spiegarne le origini. La risposta fu che la peste era stata causata da una congiunzione di Saturno, Marte e Giove.
Previsioni dall’alto
I resoconti astrologici sulla peste rimasero popolari fino al XVII secolo. In questo periodo l’astrologia fu sempre più attaccata come superstiziosa, così alcuni astrologi cercarono di impostare il loro campo su basi più scientifiche.
Nel tentativo di rendere l’astrologia più scientifica, l’astrologo inglese John Gadbury produsse uno dei primi studi epidemiologici sulle malattie.
In London’s Deliverance Predicted (1655), Gadbury sosteneva che i suoi contemporanei non erano in grado di spiegare quando le pestilenze sarebbero arrivate o quanto sarebbero durate.
Gadbury propose che se i pianeti causavano le pestilenze, allora anche i pianeti fermavano le pestilenze. Lo studio degli eventi astrologici consentirebbe quindi di prevedere il decorso di un’epidemia.
Egli raccolse i dati delle precedenti quattro grandi pestilenze londinesi (1593, 1603, 1625 e 1636), esaminando le liste di mortalità per trovare i tassi settimanali di mortalità per peste e compilando una tavola che illustrava l’aumento e la diminuzione della peste. Gadbury utilizzò anche tavole planetarie per individuare le posizioni dei pianeti durante le epidemie. Ha poi confrontato i suoi dati alla ricerca di correlazioni.
Gadbury trovò una correlazione tra l’intensità della peste e le posizioni di Marte e Venere. I decessi per peste aumentarono bruscamente nel luglio 1593, quando Marte si era spostato in una posizione astrologicamente significativa. I decessi diminuirono poi a settembre, quando la posizione di Venere divenne più significativa. Gadbury concluse che il movimento del «focoso pianeta Marte» era l’origine della pestilenza e la «causa del suo infuriare», mentre l’influenza della «amichevole» Venere contribuiva ad attenuarla.
Gadbury applicò quindi le sue scoperte alla pestilenza che affliggeva Londra in quel periodo. Fu in grado di correlare l’inizio della peste alla fine del 1664 e la sua crescente intensità nel giugno del 1665 con eventi astrologici recenti.
Predisse che l’imminente movimento di Venere in agosto avrebbe visto un calo dei decessi per peste. Poi il movimento di Marte a settembre avrebbe reso la peste più letale, ma i movimenti di Venere a ottobre, novembre e dicembre avrebbero fermato il tasso di mortalità.
Alla ricerca di modelli
Sfortunatamente per Gadbury, i decessi per peste aumentarono drasticamente in agosto. Tuttavia, aveva ragione nel prevedere un picco a settembre seguito da una forte diminuzione alla fine dell’anno. Se Gadbury avesse tenuto conto di altre correlazioni, come l’arrivo dell’inverno, il suo studio sarebbe stato accolto più favorevolmente.
I consigli medici contenuti nel libro di Gadbury non reggono certo oggi. Egli sosteneva che la peste non era contagiosa e che l’isolamento in casa provocava solo più morti. Tuttavia, il suo tentativo di trovare correlazioni con le fluttuazioni dei tassi di mortalità offre un primo esempio di quella che oggi chiamiamo epidemiologia.
Anche se possiamo screditare le ipotesi astrologiche di Gadbury, esempi come questo illustrano l’importante ruolo svolto dall’astrologia nella storia della medicina, aprendo la strada alle spiegazioni naturalistiche delle malattie infettive.